Occhi sulla Vita
alcune poesie di età giovanile di Fulvio Mete
Angelita di Anzio
Dal sangue della spiaggia riarsa nasce un fiore di nome Angelita: non invoca speranza, ma vita a chi certo non l’ascolterà
Lascia allora che l’odio sconfitto si dissolva subito nel vento: godi, uomo, questo momento, chissa mai quando tornerà
5 maggio 1981: Ricordando Bobby Sands
Le voci, in un quieto sussurro, ricordano
Chi si è lasciato morire
Per un’Irlanda tutta cinta di azzurro
Dove nessuno abbia più a soffrire
L’uomo, dicono, ha forse sbagliato
Per amore di un’idea travolgente
Il passato è ora riscattato
Ma egli è morto ormai inutilmente
E io vi dico, gente che morite
Nell’affanno delle vostre illusioni
Nella quieta erosione di vite
Che rifuggono entusiasmi e passioni
Che spegnete nel silenzio degli anni
Lo splendore dei giorni più belli
Che addolcite nel sorriso gli inganni
Di animi senza note ribelli
Io vi dico: se l’uomo è morto sereno
Nell’estasi di un sogno esaltante
Molti di noi conosceranno il veleno
Di una vita di noia estenuante
Di mille vite senza glorie e ideali
Che fluiranno opache e indolori
Il gabbiano cui han tolto le ali
Non veleggia verso spiagge migliori
La nostra morte , amici, è strisciante
Si impossessa di noi a poco a poco
Ma è di certo molto più infamante,
Maledetta, perché senza scopo.
Un pomeriggio a Roma
Le gocce di pioggia della primavera silenziosa
risuonano violente nella stanza maestosa,
coprendo le ultime note del piano
mentre il velo pietoso della sera
scende ed ammanta la città straniera.
Un lampo fugace nasce e si dissolve:
su tutto il buio silente ed immemore.
Genesi
La notte accarezza l’immenso, il buio gode la sua infinità
Poi, di colpo un lampo accecante
Ed infine la tranquillità
Dedicata
Fantasmi di pietra ogni dove
Opprimono la mente ed il cuore
Uccidono speranza ed amore
In un lento olocausto affannoso
Ma nell’oceano muto di pianto
Splende un volto che dà comprensione
Al dolore di tante persone
E’ un volto che non conosce viltà,
La sua stella è la serenità
A chi tanto una volta ha donato
Che tutto venga perdonato
Nella valle dei valori sconfitti
Si oda l’eco di un nome: AMICIZIA